mercoledì 16 luglio 2008

I padroni delle notizie

Se mi compri quindici pagine di pubblicità, ti faccio un pezzo di cinque cartelle, piazzato nel modo giusto, che parla bene di te.

Così la stilista Krizia denunciava pubblicamente, a metà degli anni '80, su L'Espresso (Moda truccata, 23 novembre 1986) le proposte "indecenti" di giornalisti e direttori di testate.

Recupero la citazione dal bel libro di Giuseppe Altamore I padroni delle notizie (Bruno Mondadori, 2006), che abbiamo proposto quest'anno tra i testi d'esame agli studenti di Scienze della Comunicazione che hanno frequantato il nostro corso sugli uffici stampa.

Un testo molto duro, quello di Altamore, che è caposervizio di Famiglia Cristiana e direttore della mensile Club3. I padroni delle notizie sono le concessionarie pubblicitarie e le imprese editoriali da queste controllate. Uno strapotere economico che rappresenta la vera minaccia alla libertà di stampa. Perchè la logica della comunicazione commerciale sovrasta ormai il giornalismo. Il vero fine dei mezzi di comunicazione non è più quello di informare il cittadino, bensì di formare il perfetto consumatore. Il lettore diventa il consumatore, i valori della notizia vengono stravolti. Siamo nell'era del pubbligiornalismo.

Sotto accusa un sistema e insieme una pratica, quella della pubblicità camuffata da giornalismo, che non è più neanche la semplice marchetta, ma un settore ormai di marketing occulto solo agli occhi dei lettori, che rientra nei pianificazioni aziendali sotto il nome di "pubblicità extratabellare".

Ne escono malconci tutti (con tanto di nomi e cognomi): giornalisti, direttori ed editori, aziende, agenzie e addetti alle pubbliche relazioni. Quest'ultimi presentati come persuasori occulti e descritti come un esercito di ruffiani che tempesta di telefonate adulatorie le redazioni di tutti gli organi di stampa.

Per spirito corporativo chiudo con questa considerazione di Amelia Beltramini, di Focus, intervistata da Altamore: Siamo noi che non sappiamo fare il nostro lavoro, non gli uffici stampa. Fare giornalismo è sempre più equivalente a copiare comunicati stampa.

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