Come le mozzarelle, i comunicati stampa hanno una data di scadenza. Passato il momento buono, non sono più utilizzabili. Epperò, alle volte, anche la mozzarella si può rianimare.
A fine febbraio un comunicato annunciava il restyling grafico ed editorale della rivista delle Acli, in uscita con il numero doppio gennaio-febbraio. La notizia è ripresa dalle agenzie e da 2 quotidiani, Italia Oggi e Avvenire. Sul numero di marzo di Prima Comunicazione, però, il mensile dell'editoria per eccellenza, la notizia non passa. La redazione, sentita al telefono, dice: "Il comunicato interessa, ma ormai è vecchio, andrebbe aggiornato". Come si fa? Come ravvivare la mozzarella?
Il compito spetta all'addetto stampa. Riprendi il comunicato tra le mani e inizi a girarlo e rigirarlo in tutti in modi, sperando possa uscir fuori una notizia che nella prima versione era rimasta "coperta" sotto quella principale: "Si rinnova il mensile delle Acli". Contemporanemente torni alla fonte e parli con il caporedattore della rivista, lo interroghi sui contenuti del numero in uscita sperando di poter trovare qualcosa di utili. Passi quindi al direttore, e fai la stessa cosa, ed esce fuori finalmente quell'informazione che prima non sapevi, che nel testo originale non c'era, sulla quale puoi costruire la nuova versione del comunicato stampa. E' fatta, ora speriamo che piaccia anche alla redazione di Prima Comunicazione.
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