«Fino a poco tempo fa un giornalista passava il 70% del suo tempo a cercare le notizie. Oggi passa lo stesso tempo a difendersi dalle notizie». Lo ha detto - intervendendo in una lezione all'Università La Sapienza - il giovane caporedattore delle cronaca romana del Il Tempo, Alberto Di Majo. «2000 lanci di agenzie al giorno (+250 comunicati stampa). Ma in un giornale entrano al massimo 200 notizie». La scelta, la selezione operata del giornalista diventa allora fondamentale. «Ogni giornale apre una finestra sulla realtà, ogni finestra è una diversa inquadratura, uno sguardo ‘parziale’». E come sceglie il caporedattore del Tempo le notizie che vanno in pagina? «Scelgo le notizie dell’ufficio stampa se questo è affidabile, se dà cioè notizie vere e interessanti».
«Il mestiere di addetto stampa è molto più difficile di quello del giornalista» ha aggiunto Di Majo, perché oltre alla qualità delle notizie e della scrittura («Il comunicato stampa deve essere chiaro, breve, immediatamente comprensibile nel tema e nel messaggio») sono «fondamentali anche la tempistica dell’informazione e la strategia».
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