Mercoledì scorso (7 maggio) abbiamo inaugurato alla Sapienza, Scienze della Comunicazione, il corso di quest'anno sugli "strumenti e le attività degli uffici stampa". Primo ospite David Sassoli, vicedirettore del tg1, che ha raccontato la "vocazione" del giornalista Rai e ha illustrato alcuni criteri per la selezione delle notizie nel "telegiornale più visto d'Europa".
La tv del servizio pubblico ha una sua vocazione specifica, ha spiegato Sassoli, e il giornalista che vi lavora necessariamente svolge un ruolo diverso - né migliore né peggiore - da chi lavora in altri contesti. Un giornalista - ha aggiunto - dovrebbe precisare la prioria vocazione nello strumento che usa e nell'azienda in cui lavora. E chi lavora negli uffici stampa dovrebbe conoscere e riconoscere le diverse vocazioni.
La comunicazione ha cambiato il mondo, ha formato l'opinione pubblica, ha superato le frontiere. Così Sassoli, che decrive un giornalismo che indica una "prospettiva", che fa crescere la "consapevolezza" della gente, che ha una sua "moralità". Tutto questo dovrebbe far comprendere al nostro ufficio stampa perché tra gli elementi di notiziabilità ci sia lo sviluppo di idee condivise di progresso, che io uso chiamare le magnifiche sorti e progressive. Ciò che rientra nella prospettiva del progresso (morale, culturale, tecnologico...), appare dunque più facilmente notiziabile.
Ma come sceglie le notizie un giornalista del tg1? La selezione è il potere del giornalista, ha riconosciuto Sassoli. Il primo criterio per scegliere una notizia è il coinvolgimento della vita della gente, l'interesse collettivo o quello del maggior numero di persone.
Consigli per gli uffici stampa. Primo obiettivo: far arrivare la propria notizia al tavolo della prima riunione di redazione giornaliera. "Riuscire a fare un titolo" per entrare dentro la notizia. "Dare faccia e cuore alle questioni per farle entrare nel salotto di casa". Accompagnare i testi con le immagini, i filmati, perché "abbiamo le immagini?" è la prima domanda al tavolo di redazione, e soprattutto perchè le immagini - oggi alla portata di tutti - consentono di far vedere da vicino ciò che accade anche molto lontano. Rinunciare alle immagini, per un ufficio stampa, è rinunciare a un pezzo di mestiere.
2 commenti:
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Grazie mille, radiopalomar. Mi fa davvero piacere il tuo interesse. A presto
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