lunedì 20 aprile 2009

Amici miei


Domanda: fare ufficio stampa è solo questione di contatti personali?

Una lettrice di questo blog, Cristina, addetta stampa in proprio per una piccola azienda, mi pone questa domanda provocatoriamente, sulla base di una sua concreta esperienza professionale.

Le è capitato infatti di mandare un comunicato stampa (ben fatto) per un’iniziativa commerciale nel settore moda a una trentina di riviste specializzate. Risultato amaro: zero pubblicazioni. L’ufficio stampa dell’azienda partner nell’iniziativa, invece, poteva vantare una conoscenza in una di queste riviste. Risultato: il comunicato uscirà nel prossimo numero.


A questo punto Cristina si chiede (e mi chiede): fare ufficio stampa è solo questione di contatti personali? Perchè, per quanto siano utili, allora non avrebbe nemmeno senso parlare di addetto stampa. Potrebbe fare questo lavoro solo chi conosce personalmente i giornalisti di almeno 10 redazioni. Non dovrebbe bastare l'invio di una buona notizia, in formato giornalistico, per convincere i redattori, o almeno qualcuno di loro, a riprenderla? Anche perchè questo fatto si può leggere in un duplice senso: se la rivista ha pubblicato la notizia allora vuol dire che la notizia c'era (al di là dei rapporti personali della collega). Perchè allora nessun altro l'ha ripresa?

Qualcuno vuole provare a rispondere?

3 commenti:

Unknown ha detto...

ho un'esperienza saltuaria nel settore dell'ottica dalla quale posso estrarre uno spunto...

è vero che, soprattutto in Italia, vale più "l'amico dell'amico" di una buona penna. Ma sono anche un tifoso della professionalità. Credo, che alla lunga, sopratutto su giornali veri, questa dia frutto.

Ecco: giornali "veri". Quelli del settore dell'ottica (non so nel caso di Cristina) sono pieni di pubbli-redazionali e finte interviste preconfezionate. Credo che capiti sopratutto per esigenze di sopravvivenza.
Le redazioni passano il tempo a bersagliare di telefonate le aziende per chiedere articoli e piazzare pagine e mezze pagine (meglio se con foto)... in una dinamica simile, un approccio professionale e di qualità alle PR, a che serve?

Alessandro Iapino ha detto...

Rivevo e pubblico il commento di Cristina:

Sono la Cristina "sconfortata" che pone la questione. Grazie Alessandro di averla rilanciata sul tuo blog e grazie al Moralista. Prendo il suo intervento come un incoraggiamento e proverò ad insistere. Forse, contando sulla professionalità mia e delle redazioni, prima o poi qualcuno pubblicherà le mie notizie. O forse (consentitemi la battuta), a quel punto sarò diventata amica di qualche giornalista e il risultato sarà lo stesso

Carlo Odello ha detto...

Ho amici giornalisti che scrivono di temi diversi da quelli di cui mi occupo io, quindi raramente riprendono un mio comunicato stampa. Al contrario capita non di rado di notizie riprese da colleghi con i quali non ho rapporti personali. Ciò che conta è l'autorevolezza e la serietà della fonte, certo non si può negare che questa logica non sia propria di tutte le testate.