martedì 29 dicembre 2009

Dove ti porta il Core...


Per la seconda volta nel giro di pochi mesi apro il primo volume del Manuale di relazioni pubbliche di Emanuele Invernizzi, considerato un testo fondamentale per la professione.

Le relazioni pubbliche sono certo un mestiere più ampio e complesso di quello di umile addetto stampa, artigiano della comunicazione rivolta ai giornalisti. Eppure nella pratica comune delle media relation, soprattutto se svolte con un buon grado di responsabilità e autonomia, si sperimenta già molto delle dinamiche fondamentali della comunicazione, del ruolo strategico e delle funzioni manageriali proprie del relatore pubblico.

Trovo quindi l'ennesima conferma, dalla prefazione alla nuova edizione del manuale, che è aumentata negli anni l'importanza del ruolo delle relazioni pubbliche e della comunicazione nelle organizzazioni complesse. Un ruolo che si evolve proprio in chiave organizzativa. E che i professionisti sono chiamati a svolgere una funzione sempre più strategica nel governo dell'impresa, strategico-riflessiva per l'esattezza: che siginifica partecipare alla definizione delle strategie aziendali riflettendo, ovvero riportando all'interno l'evoluzione dei valori sociali, delle aspirazioni e delle opinioni diffuse tra i diversi stakeholfer. Un ruolo manageriale che consiste nel governare e portare a coerenza l'insieme delle attività di relazioni pubbliche e di comunicazione che l'mpresa svolge.

Una seconda cosa che imparo, stavolta dal capitolo 1, è che esistono almeno 2 concezioni di relazioni pubbliche: core pr ed extended pr

Core pr sarebbero le attività più tradizionali e specifiche: da quelle di base come le relazioni con i media e l'organizzazione di eventi, a quelle specialistiche come la comunicazione di crisi, la comunicazione della responsabilita sociale d'impresa, i public affairs e la comunicazione interna.

Le extended pr comprendono oltre a queste tutte le altre attività di comunicazione d'impresa - come il marketing - e si identificano quindi con la comunicazione aziendale tout court.

A questo proposito, l'ultima scoperta è che i concetti di comunicazione aziendale, corporate communication, relazioni pubbliche e comunicazione organizzativa possono esser considerati sinonimi....


(L'immagine è presa da Flickr, creative commons, autore: Fletcher Prince)

4 commenti:

Unknown ha detto...

... dice lui... che la comunicazione è sempre più strategica... dipende in che senso, forse... forse se ne parla solo di più... perché fa fico dire che "stiamo investendo in comunicazione"... bisogna vedere se le organizzazioni amano "farsi investire" dalle logiche di comunicazione.

Alessandro Iapino ha detto...

sai che non posso non condividere quello che scrivi. per molti comunicazione è ancora sinonimo neanche di pubblicità, ma di promozione, autocelebrazione, vetrina...

"Farsi investire" dalle logiche della comunicazione, dalle sue esigenze incalzanti è tutt'altra storia. Una buona comunicazione migliora i rapporti e migliora "l'organizzazione delle organizzazioni". Sarà per questo che il sistema Italia appare così poco...organizzato :(

Alessandro Iapino ha detto...

E' sintomatico il fatto che - come ammette Invernizzi - sono gli studiosi di economia e gestione aziendale, oltre che le imprese stesse, a coltivare la visione "riduttiva" delle pubbliche relazioni come core pr, una visione concentrata sulle attività più tradizionali e specifiche della professione, parte di un concetto e di una realtà professionale più ampia, che definiscono corporate comunication o comunicazione aziendale.

Gli studiosi di relazioni pubbliche, le associazioni di categoria e gli stessi professionisti propendono invece per la concezione "allargata", quella di extended pr, che mira a comprendere tutte le attività di comunicazione e relazioni pubbliche dell'impresa con tutti i suoi stakeholder.

Per usare l'espressione del Moralista, la proprietà è capace di investire anche molto sulla comunicazione, ma fa più fatica a "lasciarsi investire" dalle sue lociche esigenti, sia sul versante concettuale (gli studiosi di economia) che sul versante gestionale (gli imprenditori).

In fondo, a ben vedere, è ancora la visione "strumentale" della comunicazione a prevalere su quella che direi, più che strategica, "progettuale".

Anonimo ha detto...

Vorrei poter capire di piu ma non ci riesco