"Un gesto sarà tanto più comunicativo quanto non solo comunicherà informazioni, ma metterà in rapporto le persone".
La prendo dal versante il più "tecnico" possibile. Sembra una descrizione da manuale della comunicazione, e della comunicazione 2.0 in particolare. E' in realtà un passaggio del cardinale Carlo Maria Martini sulla "teologia della comunicazione":
"Ogni nostra comunicazione ha alla radice la grande comunicazione che Dio ha fatto al mondo del suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo".
Aldo Maria Valli, vaticanista del tg1, ricorda che in occasione delle interviste il cardinale gli chiedeva sempre: “Di quanti secondi hai bisogno?”, rivelando non solo una conoscenza pragmatica (umile, non altezzosa) dei tempi televisivi, ma anche una passione e un grande rispettoper il mestiere dell'informazione e della comunicazione ("Non voleva ricevere le domande in anticipo e non chiedeva mai di rileggere le risposte") . A me colpisce in particolare questo sapersi muovere tra i "secondi" di un'intervista e l'oltre-tempo della riflessione teologica.
"Quando comunichiamo, noi sempre doniamo noi stessi, o almeno qualcosa di noi stessi" scrive Valli sul sito del Copercom riflettendo sulle parole di Martini. Aggiungerei: nel bene e nel male. Cioè la comunicazione non è mai un atto neutro, ma rivela sempre qualcosa di noi, anche nostro malgrado.
E ancora: "Il comunicare riguarda la comunità, l’essere in comunione". Qui mi viene in mente di nuovo il web 2.0, lo spirito dei social network, ma anche il tema della reputazione d'impresa, del rapporto (=comunicazione) ineludibile tra un'organizzazione e il territorio, i suoi soci/volontari/dipendenti/clienti, i suoi "pubblici di riferimento". E poi il rapporto - nell'informazione, nel giornalismo, nella pubblicità, nell'arte - tra libertà (creatività) e responsabilità.
Chiudo con "la comunicazione più radicale di tutta la storia dell'umanità", che si compie secondo Martini "nel sepolcro di Gesù, la notte di Pasqua": "Lo Spirito Santo, vivificando Gesù risorto, comunica al suo corpo la potenza stessa di Dio. Comunicandosi a Gesù, lo Spirito si comunica all’umanità intera e apre la via a ogni comunicazione autentica"
La morte sconfitta, per sempre, attraverso la comunicazione. Si può immaginare qualcosa di più sconvolgente?
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