«L'idea qual era? Di riconoscere che tutti noi in quanto giornalisti, e in quanto esseri umani, abbiamo pregiudizi. Ci arrivano dalla nostra formazione, dalle esperienze della vita, dalle persone che frequentiamo, eccetera. Ed è importante che nel nostro lavoro cerchiamo di mettere da parte questi pregiudizi e avvicinarci al giornalismo nel modo più scientifico possibile - di essere laici, di essere onesti, di essere corretti, di ascoltare le persone in modo disponibile, di ascoltare quello che hanno da dire, di prenderlo seriamente in considerazione, di fare un lavoro di reporting accurato. Un lavoro rigoroso.
L'idea dell'obiettività - voglio essere chiaro - non è un'idea di neutralità; non è equidistanza; non è il cosiddetto equilibrio. Non è mai stata niente di tutto questo. Ma quando abbiamo fatto un buon lavoro giornalistico, un lavoro rigoroso, che siamo soddisfatti di avere fatto nel modo giusto, dobbiamo dire alla gente quello che abbiamo trovato. Non fingere che non abbiamo imparato niente di certo e chiaro. Non soddisfare ugualmente tutte le parti, se sappiamo che non sono uguali. Niente di tutto questo. L'obiettività è dire alle persone in maniera inflessibile quello che abbiamo imparato, quello che abbiamo scoperto».
L'idea dell'obiettività - voglio essere chiaro - non è un'idea di neutralità; non è equidistanza; non è il cosiddetto equilibrio. Non è mai stata niente di tutto questo. Ma quando abbiamo fatto un buon lavoro giornalistico, un lavoro rigoroso, che siamo soddisfatti di avere fatto nel modo giusto, dobbiamo dire alla gente quello che abbiamo trovato. Non fingere che non abbiamo imparato niente di certo e chiaro. Non soddisfare ugualmente tutte le parti, se sappiamo che non sono uguali. Niente di tutto questo. L'obiettività è dire alle persone in maniera inflessibile quello che abbiamo imparato, quello che abbiamo scoperto».
Nessun commento:
Posta un commento